Oggi tutti vogliono fare gli scrittori. Pochi si accorgono che avrebbe più senso, prima, diventare dei veri lettori. Veri. Che non significa eruditi, topi da biblioteca, critici letterari. E neppure che bisogna leggere tutti i libri del mondo. No.
Siamo su tutt’altro pianeta, qui. I veri lettori sono quelli che imparano a leggersi (e comunque anch’io volevo fare lo scrittore, ma poi mi è capitato di essere un booktherapist ed è piuttosto magnifico. Poi vediamo. Intanto imparo).
Capita che un libro ti parli perché ti ci ritrovi. Sei proprio tu quello lì tra le righe, avresti potuto scriverle tu. Capita che ti parli per contrasto. Ti graffia, ti dà fastidio per l’orrore che ti suscita dentro, ti dà un calcio nel sedere e sei obbligato a spostarti. Capita invece che ti renda semplicemente chiara una realtà. Te la fa salire alla coscienza. Dici poco.
Leggere non è mai un atto passivo. Non è mai soltanto accogliere. Un buon libro, o una buona pagina (basta poco), ti costringe sempre all’azione. Ascoltare una musica, perdersi in un quadro, guardare un film… tutte preziose posizioni d’ascolto (e senza musica non si può vivere). Posizioni di accoglienza. Quando leggi, invece, devi per forza metterci del tuo, e parecchio. Hai lì davanti delle parole in fila. Sei solo tu a dar loro corpo. Come vuoi. E’ un atto di insospettabile libertà
e, quando scegli senza vincoli, ti aiuti ti curi ti ritrovi ti salvi
è una sorta di legge naturale
esempio (sperimentato, quante dannate volte, sulla mia pelle):
Un libro ti può salvare dalla vertigine folle dei pensieri ossessivi. Hai presente quando non riesci a staccare il pensiero da un chiodo fisso... Esatto, proprio questo, ognuno ha i suoi, quando ti capitano è dura durissima.
Ci sono parole scritte che entrano dentro come una lama e tagliano il filo teso dei pensieri che si ripetono all’infinito, sempre gli stessi, catena infernale che stringe fino a fare male da morire.
Se in quel momento ti si apre davanti la pagina giusta, tu - per forza - ti ci infili dentro a fatica: i pensieri incatenati frenano, ti inchiodano alla tua vertigine ossessiva.
Ma se ti sforzi (tanto tantissimo), la parola scritta a un certo punto taglia la catena delle ossessioni. Magia unica. Magia a disposizione di chiunque.
Leggi. Entra. Fai fatica. Riprova. Leggi. Lasciati prendere.
La catena si spezza. Non ha scampo. BookTherapy.
E’ in questo senso, e solo in questo senso, che parlo di booktherapy. Quella che propongo io come viaggio di ricerca e niente altro. I libri che vanno bene per tutti - ma proprio tutti - quando hai l’ansia o la depressione sono una cazzata colossale, un’invenzione mediatica ridicola (come tante, del resto).
....continua......
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